L’11 Settembre 2001, proprio oggi, stavo leggendo e traducendo articoli scientifici on-line…Non ricordo cosa leggessi allora ma il fumo che squarciava il cielo terso di New York in quella mattina di 20 anni fa irruppe con violenza sul mio laptop collegato ad internet. New York a Settembre è un incanto, i venti freddi dell’Atlantico a tratti smorzano la calura ancora estiva ed il colore del cielo è di un azzurro particolarmente intenso e difficilmente descrivibile. Solo pochi mesi prima con il mio ragazzo di allora ed alcuni amici eravamo saliti sul ponte di osservazione “Top of the World” al 107 esimo piano della Torre Sud, la prima torre a crollare, davanti ai nostri occhi attoniti, dopo l’attacco terroristico. Le surreali immagini che ci investirono allora, al riparo delle nostre case, sembravano uscite da un film di Spielberg ma erano drammaticamente vere. Le conseguenze di quel terribile giorno di 20 anni fa hanno sconvolto e continuano a sconvolgere l’esistenza delle migliaia di persone direttamente coinvolte ma hanno comunque cambiato la vita al resto del mondo, a tutti coloro che, talvolta semplicemente per un fortuito caso, hanno avuto la fortuna di essere rimasti come noi, inerti spettatori. In questi vent’anni abbiamo vissuto, amato, studiato viaggiato, magari rivisto New York provando ogni volta, come me, lo sconcerto di non trovar più lo stesso skyline e quei 110 piani, quei 450 metri di cemento, cristallo, acciaio, cavi e vite umane che servivano per orientarsi percorrendo la Fifth Avenue ed erano la cartolina perfetta da ammirare seduti ad un tavolino del River Cafè di Brooklyn. Quarantaquattromila finestre e 200 ascensori furono inghiottite allora insieme ad un numero mai precisato di vittime, alcune delle quali identificate solo pochi giorni fa. Insieme alle torri fu inghiottita la nostra certezza di sentirsi sicuri protetti e fortunati cittadini di ricchi paesi occidentali.
A distanza di 20 anni sono molte di più le vittime collaterali degli attentati di quelle che perirono dopo gli attacchi aerei di Al Qaeda quell’ormai lontano giorno.” Vittime collaterali” è una espressione cinica e fredda che si usa spesso per le cosidette guerre postmoderne ma in ambito medico si riferisce alle persone che hanno riportato conseguenze mortali o gravi in seguito agli incendi e alle esalazioni di gas tossici del 9/11/01. La commissione che distribuisce il sostegno finanziario alle vittime dell’11 settembre ha pubblicato un report in occasione del 20 esimo anniversario del crollo dal quale si evince oltre 40 mila individui e famiglie hanno percepito un risarcimento per un totale di 8,95 miliardi di dollari.
Hoering LJ et al hanno recentemente descritto e raccolto la casistica dermatologica relativa ai sopravvissuti dell’11 Settembre in un interessante lavoro pubblicato su Clinics in Dermatology. Oltre agli esiti cicatriziali permanenti conseguenza diretta di ustioni e ferite lacero contuse riportate nel corso dell’attacco terroristico dagli occupanti delle torri e dai “soccorritori-eroi” l’articolo descrive le condizioni croniche insorte nei sopravvissuti negli ultimi 20 anni . Le patologie croniche descritte dagli autori includono la sarcoidosi cutanea, connettiviti ed altre patologie autoimmuni, nonmelanoma skin cancers (tumori epiteliali cutanei soprattutto di tipo squamocellulare) e melanomi.